Negli ultimi mesi, Spotify sembra aver intensificato i controlli sugli streaming ritenuti sospetti. Un numero crescente di artisti ha segnalato la rimozione dei propri brani dalla piattaforma, con la motivazione che i loro ascolti sono stati generati in modo artificiale. Questo fenomeno sta causando non solo confusione, ma anche gravi danni economici agli artisti indipendenti.
Il problema delle Playlist di terze parti
Secondo nuove informazioni emerse in rete, Spotify sta etichettando come artificiali anche gli stream derivanti da playlist di terze parti o campagne pubblicitarie non gestite direttamente da loro, come Spotify Ad Studio o Marquee. Questo significa che, se un artista ha collaborato con un’agenzia di marketing per promuovere la propria musica, anche senza l’utilizzo di bot o pratiche fraudolente, potrebbe comunque essere penalizzato.
Un esempio concreto arriva da una comunicazione ricevuta da un artista tramite il distributore digitale:
“Siamo stati informati da Spotify che una o più delle tue uscite sono state rimosse per presunta frode di streaming… Se qualcuna delle tue altre uscite viene segnalata, ciò potrebbe portare alla chiusura del tuo account **** e alla rimozione di tutte le tue uscite dagli store.”
Questa situazione solleva diverse questioni: chi è responsabile di tali rimozioni e quanto è trasparente il processo di verifica adottato da Spotify? Inoltre, è evidente una disparità di trattamento, poiché non tutti gli artisti che lavorano con le stesse agenzie di marketing sono stati colpiti da questi provvedimenti.
Una strategia Controversa
Spotify ha chiarito che la propria priorità è mantenere un ecosistema pulito e privo di manipolazioni. Tuttavia, questa politica ha portato a rimuovere anche stream legittimi, generati da ascoltatori autentici che riproducono brani più volte. In molti casi, i fan più fedeli di un artista potrebbero inconsapevolmente contribuire al problema, semplicemente ascoltando ripetutamente i loro brani preferiti.
Questa situazione non è solo problematica per gli artisti, ma mette anche in dubbio l’affidabilità di distributori digitali. La mancanza di un processo di appello efficace e la minaccia di rimuovere interi cataloghi sono questioni che necessitano di una soluzione immediata.
Consapevolezza e Prevenzione
Per evitare che la propria musica venga rimossa, gli artisti devono adottare alcune precauzioni, come collaborare con agenzie affidabili e monitorare regolarmente i dati di streaming per individuare eventuali anomalie.
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- Proteggere la tua musica su Spotify evitando penalizzazioni ingiuste.
- Recuperare royalties non versate dovute a rimozioni di brani.
- Elaborare una strategia promozionale che rispetti le linee guida delle piattaforme di streaming.
Se sei stato colpito da questo problema o desideri proteggere il tuo catalogo musicale, ti invito a fissare un meeting con me. Insieme, possiamo creare una strategia efficace per il tuo percorso nel mondo della musica.